Protocollo di sicurezza, un esempio nell’automotive
Proteggere i propri dipendenti, coinvolgerli e renderli più consapevoli e garantire la continuità della produzione: questi tra gli obiettivi del protocollo di sicurezza implementato da Röchling Automotive.
Röchling Automotive non si è mai fermata e nemmeno le sfide che ha dovuto affrontare dall’inizio della pandemia. “Le difficoltà sono state all’inizio adattarsi in corsa alla nuova situazione, riuscendo a reperire DPI idonei. Successivamente continuare a mantenere alta l’attenzione e migliorare i protocollo di sicurezza implementato. La priorità per noi oggi è continuare a sensibilizzare, informare e formare i nostri dipendenti, coinvolgendoli costantemente nel processo che ci vede ogni giorno impegnati a rendere la nostra un’azienda più sicura possibile,” Marco Sala, Environmental, Health and Safety Manger di Röchling Automotive per gli stabilimenti italiani e spagnoli, riassume così lo sforzo di prevenzione e contrasto del coronavirus messo a punto dall’azienda multinazionale leader nel settore automotive.
Il premio Welfare Champion 2020, conferito a Röchling Automotive, ha riconosciuto la capacità di reazione e resilienza all’impatto della crisi Covid, per la quale l’azienda si è particolarmente distinta.
Il premio Welfare Champion 2020
Röchling Automotive ha ricevuto il premio “Welfare Champion 2020 durante l’evento Welfare Index PMI: cerimonia di premiazione delle imprese “Welfare Champion” che si è tenuto a settembre a Roma. Si tratta di un riconoscimento che annualmente ricevono le imprese con le migliori storie di welfare aziendale che hanno ottenuto le 5 W del Rating Welfare Index PMI per aver messo salute e sicurezza al centro degli obiettivi aziendali, impegnandosi anche in assistenza, formazione, conciliazione vita-lavoro (smart working, orari part time, flessibilità di orario sono alcuni esempi) e diventando un punto di riferimento per imprese, famiglie e comunità.
La classe Welfare Champion identifica il gruppo delle migliori PMI nel welfare aziendale. Quest’anno erano 78 su un totale di oltre 4.000 imprese partecipanti. In particolare, è stata rilevante la considerazione della capacità di reazione e resilienza all’impatto della pandemia.
Reazione e resilienza alle difficoltà
L’attività di Röchling era in ogni momento tra i codici Ateco autorizzati a continuare la produzione, anche nei mesi di lockdown. L’adattamento all’emergenza si è svolto in continuità con il proseguimento della produzione. “Non ci siamo mai fermati, tuttavia abbiamo lavorato a regime ridotto per via della chiusura di gran parte delle linee produttive dei nostri clienti. La nostra produzione infatti è legata alla domanda perché siamo legati al mercato tedesco. Durante la fase iniziale della pandemia c’è stato timore da parte delle case automobilistiche nel fare nuovi ordini”.
Il protocollo di sicurezza Röchling
L’impresa, nel cui stabilimento di Laives lavorano 1000 persone, si è mossa immediatamente, racconta Marco Sala. “Siamo partiti subito istituendo una task force. Abbiamo elaborato e applicato un protocollo di sicurezza che è servito poi da modello per tutti gli stabilimenti europei del gruppo, dato che in Italia siamo stati i primi in Europa a dover fronteggiare la diffusione del virus Sars-CoV-2”.
Tra le prime azioni quella di introdurre lo smart working. “Lo abbiamo predisposto per tutte le figure amministrative e tecniche, laddove possibile, e continuiamo a favorirlo per avere meno persone in sede e poter garantire un abbondante distanziamento. Abbiamo come molte altre aziende iniziato ad utilizzare in modo più massiccio tutti i programmi che consentono di lavorare e comunicare a distanza. Tuttavia, li usavamo già anche prima quindi su questo punto di vista eravamo preparati. Lo smart working non funziona però per tutte le attività svolte in stabilimento, infatti i collaboratori tecnici che gestiscono progetti nuovi e sono a supporto della produzione hanno necessità di lavorare in sede”.
Puntare sulla responsabilizzazione delle persone
Per evitare la diffusione del contagio Röchling Automotive ha eliminato i tornelli e istituito ingressi e uscite separati. “Abbiamo compartimentato le aree di lavoro in area produttiva per far sì che i gruppi di lavoro non si dovessero incontrare. Seguendo la stessa logica abbiamo organizzato pranzi e pause divisi per gruppi di lavoro. Utilizziamo mascherine e distanziamento. Sanifichiamo le aree di lavoro dopo ogni turno lavorativo e utleriormente nel fine settimana. Abbiamo messo a disposizione postazioni per misurare la temperatura quando si accede in stabilimento. Non è obbligatorio, ma fortemente raccomandato. Puntiamo sulla responsabilizzazione delle persone. Possiamo inoltre garantire un sistema di tracciamento interno perché attraverso i macchinari utilizzati possiamo risalire a dove le persone hanno lavorato”.
Anche per i visitatori dell’azienda abbiamo pensato nuove regole. Tra queste, una modulistica in fase di accettazione, servizi igienici separati e divieto di entrare in mensa, tutto quanto in linea al Protocollo di Sicurezza istituito dal Governo di concerto con le Parti Sociali.
Cosa succede nel caso di un collaboratore positivo
Nel caso di un collaboratore positivo o di un così detto contatto stretto vengono rispettate le indicazioni fornite dal Ministero della Salute e dal Protocollo di Sicurezza condiviso con le parti sociali, collaborando strettamente con gli enti di controllo della Provincia. “Il Gruppo Röchling ha istituito un manuale di gestione della pandemia che comprende una verifica settimanale dello stato dei contagi, con comunicazione dei casi riscontrati in forma del tutto anonima, oltre ad un confronto settimanale fra le differenti figure HR ed EHS della divisione Automotive di cui fa parte lo stabilimento di Laives”.
La collaborazione del personale
Tra i fattori fondamentali al mantenimento della sicurezza per Marco Sala c’è il coinvolgimento del personale. “C’è stata una collaborazione attiva da parte di tutti in azienda che sicuramente ha dato un contributo positivo. I capi turno hanno risposto molto bene all’emergenza. L’attuale situazione a Laives è relativamente tranquilla nel senso che non si sta abbassando la guardia e ci atteniamo continuamente alle regole. Fondamentale per noi è continuare a sensibilizzare i nostri collaboratori. L’azienda può fare di tutto per garantire la sicurezza, ma finite le otto ore del turno di lavoro, sta a ognuno di noi comportarsi in modo responsabile per tutelare la salute e la sicurezza di tutti. Questo è il messaggio più importante che veicoliamo ogni giorno ai nostri collaboratori”.