“User experience” che passione
Maria Teresa Stella è UX Designer a Acs Data Systems. Di cosa si occupa esattamente? Ce lo racconta in quest'intervista.
La User Experience, in italiano “esperienza utente”, comprende tutte le reazioni di un utente che derivano dall’utilizzo di un prodotto o servizio digitale. Conoscerla è importantissimo per progettare il design di siti web e piattaforme digitali e capire che contenuto o funzione implementare per garantire all’utente un’esperienza significativa dall’inizio alla fine dell’interazione digitale.
Oggi le figure specializzate in questo settore sono sempre più richieste dalle aziende informatiche. Investire nel miglioramento dell’esperienza dell’utente permette infatti di creare prodotti e soluzioni più “user friendly”. Un fattore, questo, che porta alle aziende notevoli vantaggi competitivi.
Maria Teresa Stella è UX Designer (designer di User Experience) per ACS Data Systems, azienda leader nel settore dell’informatica e della digitalizzazione, che si occupa tra l’altro di cyber security, con oltre 3700 clienti attivi e 320 collaboratori dislocati in sei sedi.
Parlaci della tua formazione in user experience. Perché hai scelto questa strada?
Ho conosciuto il mondo della User Experience (UX) quasi per caso durante il terzo anno della laurea triennale in Psicologia Cognitiva, mentre mi trovavo in Inghilterra per il tirocinio in un laboratorio di ricerca universitario dove utilizzano la tecnologia per migliorare la vita dei pazienti affetti da disturbi dell’umore. Grazie a questa esperienza ho scoperto che nel campo della Human-Computer Interaction è effettivamente possibile utilizzare la psicologia applicata per migliorare i prodotti digitali e di conseguenza la vita quotidiana delle persone non solo nel campo della salute, ma negli ambiti più disparati. Così ho fatto domanda per la laurea magistrale presso l’Università di Trento e mi sono formata come UX Designer.
Come possiamo immaginarci il tuo lavoro quotidiano?
In una tipica giornata in ufficio la mia mansione principale è quella di effettuare un controllo qualità del nostro prodotto, Infinitys (ACS Data Systems), studiando come migliorarne usabilità ed estetica e come implementare nuove funzionalità per andare incontro alle richieste dei nostri clienti. Nel tempo restante mi occupo di formare e supportare i clienti che acquistano il nostro prodotto e di analizzare nuove soluzioni assieme al team di analisti.
C’è un progetto speciale del quale ci vuoi raccontare?
Oltre ad Infinitys, un progetto che mi ha dato grande soddisfazione è stato la creazione del nuovo MY ACS, uno dei servizi che offriamo ai nostri clienti. Il portale permette di effettuare richieste di supporto, visualizzare ordini e fatture e molto altro.
Ho avuto modo di curare il progetto dal punto di vista del design fin dall’inizio. L’ho fatto intervistando i potenziali utenti, aiutando a progettare l’architettura del sito e creando poi l’interfaccia grafica. Vedere la piattaforma online è stata una grande emozione!
Quali sono le sfide più grandi per chi lavora nel campo della user experience?
Uno degli aspetti che mette alla prova un designer è sicuramente il saper comunicare nel modo più efficace il processo creativo dietro al proprio lavoro finale: ad esempio, perchè mettere proprio quel bottone in quella posizione? in cosa la soluzione presentata è migliore di quella del competitor?
Inoltre è importante tenere in considerazione tutte le diverse figure coinvolte nel progetto: gli stakeholder, focalizzati sul benessere dei clienti e sui costi; gli sviluppatori che dovranno tradurre il design presentato in codice; e gli utenti che effettivamente andranno a utilizzare il prodotto.
Cosa ti piace di più del tuo lavoro?
L’aspetto più stimolante di essere una UX Designer è che ogni giorno porta con sè una nuova sfida: indipendentemente dal progetto, bisogna cercare di trovare una soluzione al problema o al bisogno del cliente che sia non solo semplice e comprensibile, ma anche moderna e in linea con il prodotto.
Quando si tratta invece di creare l’interfaccia grafica, trovo che lavorare con colori, con forme e font mi permette di utilizzare la mia creatività e di variare rispetto all’attività di UX che è di natura maggiormente analitica.
Com’è essere una delle poche donne tra tanti colleghi maschi?
Appena arrivata in azienda mi sono sentita un po’ in soggezione – ero stata sempre abituata a frequentare ambienti che tradizionalmente hanno una partecipazione femminile maggiore, come quello della psicologia. Sono stata però subito accolta dal team che con il suo clima positivo mi ha supportata e spronata aiutandomi così a crescere professionalmente.
Nel nostro campo è importante aumentare attivamente la diversificazione del personale. Lavorare in ambienti con maggiore diversità di genere dove ci sono colleghi e colleghe con background vari non può che migliorare la performance dell’azienda perchè si hanno prospettive diverse alla risoluzione dei problemi e alla creazione di nuove soluzioni.
Cosa consiglieresti ai giovani interessati alla tecnologia?
A chi si sta avvicinando al mondo della tecnologia, consiglio di approfittare di tutte le opportunità che offre il mondo tech: eventi, conferenze, hackathon, corsi online, workshop ecc. Sono un ottimo modo per farsi un’idea di cosa offre il nostro campo e per conoscere professionisti e aziende del settore.
A chi è interessato in particolare a diventare UX Designer, suggerisco anche di provare i tool grafici a disposizione (per esempio “Figma”); creare un portfolio online ben curato con i propri progetti (anche universitari); e trovare un mentor che possa dare supporto durante il proprio percorso.
Ultima cosa, ma non per importanza, consiglio di tenersi sempre aggiornati riguardo la questione etica nella tecnologia. Un ottimo esempio per iniziare ad avvicinarsi alla tematica è guardare il documentario Netflix “The Social Dilemma”.
Cosa ti piace fare nel tempo libero?
Se si tratta di tecnologia, mi piace partecipare ad eventi come gli incontri dell’associazione Speck & Tech di Trento oppure ad Hackathon come quelle organizzate dal NOI Techpark di Bolzano. Se invece ho bisogno di staccare dopo una giornata di lavoro, coltivo molti interessi diversi. Per esempio ascoltare musica o provare suonarla con l’ukulele, vedere gli amici, viaggiare. Ho anche una passione per il vintage e recentemente per il giardinaggio.