Una scommessa vinta
Nicola Speri, ingegnere veneto, è arrivato otto anni fa alla Rizzoli Cucine di Trodena dove è responsabile della certificazione di prodotto
Dal Veneto a Trodena, passando per Milano e Trento. Nicola Speri, 38 anni, ingegnere alla Rizzoli Cucine, dove è responsabile per la certificazione del prodotto, è una persona che sa cogliere le sfide. E quella che ha portato l’ingegnere originario di Verona in Alto Adige otto anni fa va annoverata tra quelle vinte.
Ingegner Speri, perché ha deciso di venire in Alto Adige?
Dopo la laurea in ingegneria elettronica a Trento, la mia prima esperienza di lavoro è stata a Milano in una multinazionale nel campo dell’elettronica. Ma dopo alcuni anni ho voluto mettermi in gioco in un ambito diverso e la scelta è caduta sulla Rizzoli Cucine e sull’Alto Adige. Anche l’ambiente ha inciso sulla mia scelta. Amo le montagne e il territorio in cui lavoro su questo fronte offre tantissimo.
Di cosa si occupa in azienda?
Sono responsabile della certificazione del prodotto. Le cucine realizzate devono infatti rispettare normative europee sulle emissioni, la sicurezza e le prestazioni. Per verificare che sia così i prototipi vengono testati nel laboratorio interno in maniera approfondita e severa.
Qual è la parte più interessante del suo lavoro?
L’aspetto che dà maggiore soddisfazione è sentirsi partecipi della creazione di un nuovo prodotto. Nella progettazione di una nuova cucina, vengo coinvolto sugli aspetti delle emissioni e delle prestazioni. Partire dal prototipo e vedere crescere il prodotto fino al fatto di essere pronto per la commercializzazione è davvero appagante.
Lei è originario della Valpolicella, come è stato l’impatto con l’Alto Adige?
Dell’Alto Adige e del Trentino, dove è nata la Rizzoli Cucine, ho sempre avuto la percezione dall’esterno di territori che garantiscono alta qualità di vita nel lavoro. La mia esperienza me lo ha confermato di persona, mi trovo bene qui e mi vedo qui anche in futuro.
Come ha affrontato il tema linguistico?
Per quanto riguarda il tedesco, lo comprendo. Di fatto uso molto di più l’inglese, visto che nel campo delle norme di certificazione è la lingua utilizzata quasi universalmente.