Nulla si getta, tutto si trasforma
Un esempio concreto di economia circolare: il progetto da fibra a fibra di TEXmarket dà nuova vita alle t-shirt di poliestere
Nel mondo ogni anno si producono tre miliardi di t-shirt di poliestere, materiale che deriva dalla lavorazione del petrolio. Il recupero dell’usato consente quindi di ridurre l’impatto sull’ambiente: si risparmia sulla materia prima e soprattutto si consente di evitare il fenomeno dell’usa e getta, proponendo una cultura della sostenibilità anche nel campo degli indumenti. Un esempio di economia circolare nel settore tessile che arriva dall’azienda TEXmarket con il progetto fibre_to_fibre (da fibra a fibra). Dietro un obiettivo così importante, c’è un lavoro di squadra e uno sforzo inesauribile per trovare sempre nuove soluzioni tecniche. Ci ha spiegato genesi e futuro del progetto Christoph Widmann, che di TEXmarket è fondatore e titolare.
Come è nata l’idea di recuperare le t-shirt di poliestere?
Assieme a RadiciGroup abbiamo dato avvio al progetto di economia circolare. Abbiamo deciso di collaborare per il recupero di scarti tessili in poliestere come, ad esempio, le divise di calcio, pallavolo e altre discipline. Del progetto fa parte anche Pure Loop, impresa specializzata in macchinari per il recupero dei prodotti plastici, con l’obiettivo di individuare la migliore tecnologia disponibile e rendere possibile l’ottenimento di una nuova fibra tessile.
Che tipo di impegno nell’innovazione avete profuso?
Per raggiungere questo risultato, i team di ricerca e sviluppo delle tre aziende hanno condotto diverse sperimentazioni per ottenere un prodotto tessile riciclato che avesse anche elevate caratteristiche tecniche. Un primo risultato è stato ottenuto utilizzando una tecnica di recupero mista, “dosando” percentuali variabili di granuli da bottiglie riciclate insieme a granuli di poliestere da tessuti riciclati. Questa esperienza ha poi permesso di affinare progressivamente i vari processi e di arrivare a ottenere un filato che proviene al 100% dal recupero di scarti tessili.
Ora che avete testato il procedimento a livello tecnico, come procederete?
Una volta industrializzato, questo sistema permetterà di produrre facilmente capi in poliestere riciclato che, a fine vita, potranno essere nuovamente recuperati. Abbiamo già realizzato la prima maglia frutto di questa collaborazione di filiera. Una maglia da ciclismo che è stata esposta per la prima volta a ITMA, la più grande fiera internazionale delle tecnologie tessili e dell’abbigliamento, lo scorso giugno a Milano. A regime puntiamo a realizzare 300.000 pezzi di t-shirt di poliestere l’anno con il nuovo procedimento di economia circolare.
Che prospettive apre il progetto di ricerca?
Il progetto di ricerca ha messo in luce una nuova modalità di riciclo che permette di ottenere fibre di poliestere di qualità partendo, ad esempio, da abiti già usati, per un vero esempio di economia circolare tessile. Il risultato rappresenta un ulteriore passo sulla strada intrapresa di rispetto dell’ambiente attraverso una serie di azioni significative per ridurre la nostra impronta ecologica.
Tuttavia, il riciclo “da fibra a fibra” porta il nostro impegno a un livello superiore. Questo approccio ci permette di creare un sistema a circuito completamente chiuso, dai prodotti ai consumatori, proprio qui in Europa. Sia i nostri clienti che altri produttori europei beneficeranno di questa innovazione. Il prossimo passo sarà di applicarlo ad altri tessuti come cotone o ad altre tipologie di abbigliamento oltre a quello sportivo.
Come sta reagendo il mercato alla vostra innovazione?
C’è una grandissima richiesta di prodotti di questo tipo. Il primo ordine da 15.000 t-shirt è già arrivato. Ma oltre alla sostenibilità occorre garantire prodotti di alta qualità. Grazie all’elevata digitalizzazione del nostro processo produttivo e all’elevata competenza nella tecnica della sublimazione per la stampa delle t-shirt, siamo in grado di dare risposte al mercato.
Introdurre procedimenti di economia circolare nel settore del tessile è molto importante?
Il riuso rappresenta il futuro. A livello normativo nei prossimi anni la Ue chiederà ai produttori una quota di materiale riciclato per permettere la produzione. Il nostro progetto dà risposte anche sul piano della sostenibilità. Produrre t-shirt con il progetto da fibra a fibra consente di ridurre le emissioni di CO2 del 20% rispetto al metodo tradizionale. Inoltre si contrasta il fenomeno della moda usa e getta che ha come esito il fatto che i vestiti non più utilizzati finiscano per deturpare l’ambiente nei Paesi poveri o finiscano bruciati come rifiuti non differenziabili.