Matematica che passione
“La matematica è troppo difficile? Macché, migliora la vita”. Parola di prof. Hamel
“Non lo so fare” prima ancora di provare. Questa è una frase e un atteggiamento tipico che molti professori di matematica sentono pronunciare dai loro studenti, in primis, purtroppo, dalle ragazze. La matematica appare difficile e astratta e così spaventa e blocca gli studenti. Eppure, è una disciplina che può appassionare e diventare molto tangibile: è nascosta in tutto ciò che usiamo quotidianamente: dietro allo smartphone, alle app, ci sono modelli matematici.
Il numero di donne che scelgono professioni scientifiche e tecniche continua ad essere più basso rispetto agli uomini in tutta Europa. Delle eccezioni ovviamente ci sono, come abbiamo raccontato tempo fa in quest’articolo. Stessa cosa vale per coloro che si dedicano alla ricerca matematica e scientifica, soprattutto man mano che si procede con la carriera accademica, le donne diminuscono.
Secondo un confronto fatto riguardo alla percentuali di matematiche donne rispetto agli uomini tra gli anni 90 e gli anni 2000 dall’associazione European Women in Mathematics, emerge che negli anni la situazione non si è evoluta particolarmente. In Italia se le donne rappresentano poco più del 30% dei matematici totali, e solo il 15% ricopre un posto da professore nel mondo accademico.
Non c’è neppure bisogno di guardare a un livello così alto per rendersi conto della disparità nei numeri: che ci sono meno ragazze in ambito scientifico, tecnico e tecnologico si nota già a scuola: basti pensare alle classi degli istituti tecnici e scientifici, composte quasi esclusivamente da maschi.
Come appassionare quindi i giovani ma soprattutto le giovani alle discipline cosiddette STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics)? Lo abbiamo chiesto ad Andreas Hamel, professore di matematica alla Libera Università di Bolzano.
Cosa insegna la matematica e perché è importante?
“La matematica è nascosta ovunque, nei fenomeni naturali, nelle piante e poi nella tecnologia, negli smartphone e nelle app che usiamo, dietro a facebook e twitter ci sono dei codici e delle formule matematiche. Senza la matematica tante delle cose che facciamo nel nostro quotidiano, non sarebbero possibili. La matematica diventa ancora più importante oggi in cui i dati sono fondamentali: questa disciplina aiuta a gestire e ad utilizzare in modo intelligente grandi quantità di dati e informazioni. Studiare la matematica poi insegna i ragazzi e le ragazze a porsi le domande giuste, una cosa che è fondamentale per chi lavora in campo scientifico, ma anche per chi si dedica a qualsiasi altro campo e nella vita in generale, in cui bisogna spesso prendere delle decisioni e per farlo è necessario darsi delle risposte e quindi porsi le giuste domande”.
Come si possono appassionare i giovani alla matematica?
“Bisogna far capire l’importanza della matematica nel far funzionare le cose che usiamo tutti i giorni. La matematica migliora la vita: bisogna aumentare la consapevolezza nei ragazzi della sua utilità. È necessario insomma rendere la matematica tangibile e concreta. In questo modo viene presa molto più sul serio”.
Secondo lei a scuola viene insegnata abbastanza matematica?
“La chiave di tutto non è il quanto, ma il come. Penso che le ore di lezione siano sufficienti, ma è ovviamente sempre possibile lavorare sui metodi per insegnare la materia in modo divertente, coinvolgente e non astratto. Bisogna assicurarsi che venga trasmessa come una disciplina alla portata di tutti e appassionante, cosa che è.”
Meno ragazze scelgono materie scientifiche rispetto ai loro coetanei ragazzi. Perché avviene ciò e come si possono appassionare le ragazze?
“Bisogna agire presto, già nelle prime classi della scuola se non prima. Secondo la mia esperienza, le ragazze più dei ragazzi tendono a dire “non ce la faccio” prima ancora di tentare. Questo non deve accadere. Si tratta di una questione di mentalità. Alcune ragazze credono meno in loro stesse e nelle loro capacità perché non vengono incoraggiate a sufficienza dalla società. La scuola fa il possibile, ma poi una parte importante devono farla anche le famiglie nel riconoscere un’attitudine particolare verso la materia e incoraggiarne lo studio. Il potenziale è altissimo: le ragazze, sempre secondo la mia esperienza, sono quelle che meglio sanno porsi le domande giuste. Come detto questo in matematica è fondamentale”.
Lei ha lavorato anche in altri paesi, tra cui Stati Uniti e Germania. Che differenza ha notato rispetto all’Alto Adige riguardo al rapporto delle giovani con le materie tecniche e con la matematica?
“Mi ha stupito molto il minor numero di ragazze rispetto ai ragazzi nelle superiori a indirizzo tecnico e tecnologico. Ho notato che qui la divisione maschi – materie scientifiche e tecniche e ragazze – materie sociali e umanistiche è ancora più netta rispetto ai posti dove ho insegnato in Germania e negli Stati Uniti. Si può sicuramente lavorare per eliminare questa differenza”.
Idea comune è che la matematica sia difficile. È così?
“La matematica è alla portata di tutti, ma la paura che sia una materia difficile è reale. Tanti studenti ce l’hanno. Come professore di matematica, impiego gran parte delle energie a cercare di abbassare il livello di paura verso questa materia, una volta abbassata, la spiegazione e l’apprendimento sono molto più immediati”.
Come renderla più facile?
“Per abbassare la “paura” della matematica cerco di renderla tangibile e trasmettere tutti gli aspetti divertenti e interessanti di questa materia per me tra le più affascinanti. Utilizzo molti giochi e vedo che sono molto apprezzati: da una parte affascinano e dall’altra danno soddisfazione e avvicinano alla materia i ragazzi e le ragazze. Un’altra cosa che è importante fare è andare passo, passo nell’insegnamento e nell’apprendimento. Risolto un problema si passa all’altro. Dividendo il problema in più parti, tutto diventa più semplice ed accessibile”.