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La rimonta a stelle e strisce

21 Marzo 2024

In cinque anni gli Usa sono passati dall'essere il quinto al terzo mercato per l'export altoatesino. In vetta resta la Germania.

Le imprese altoatesine, in particolare quelle high-tech e maggiormente internazionalizzate non si fermano mai. Se le crisi – sanitarie come il Covid o geopolitiche come quelle legate ai conflitti in Ucraina e Medio-Oriente, energetiche – mettono degli ostacoli, loro cercano nuove soluzioni. Anche nell’export che negli ultimi cinque anni, pur caratterizzati da sempre nuove sfide, ha visto una crescita dei numeri legati alle esportazioni, le imprese altoatesine cercano nuove strade. Come dimostra l’approdo sul podio degli Usa come terzo mercato di sbocco e la conseguente crescita del continente americano nel suo complesso.

In cinque anni un aumento di oltre il 40% e di oltre 2 miliardi di euro nell’export

Tra 2018 e 2023 le esportazioni altoatesine sono cresciute di quasi il 44%. Il valore in euro è passato da poco più di 4,8 miliardi di euro ai quasi 7 miliardi di euro dell’anno passato (per la precisione 6,94 miliardi di euro), cifra che è superiore di quasi 2 miliardi rispetto al 2019, quando per la prima volta si è superata per 60 milioni di euro l’asticella dei 5 miliardi di export. Eccezion fatta per il 2020, caratterizzato dal Covid, unico anno col segno meno (e comunque un livello di export a 4,92 miliardi di euro), nel 2021 con 5,8 miliardi, 2022 con 6,7 e 2023 i valori nominali sono sempre cresciuti, con il biennio 2022 e 2023 in cui va tenuto conto anche della spinta inflativa.

 

La corsa degli Usa, sorpassate Francia e Svizzera

Le esportazioni verso gli Stati Uniti hanno registrato una crescita più che tripla rispetto alla media: tra 2018 e 2023 sono cresciute di oltre il 140%, passando da 192,5 milioni a 464,2 milioni di euro. Nello stesso periodo anche Francia e Svizzera che erano nel 2018 rispettivamente terze e quarte davanti agli Usa sono cresciute, ma meno. L’export verso Parigi è aumentato del 56% (da 249 a 390 milioni); quello verso Zurigo del 39% (da 251 a 352 milioni di euro). Risultato? Gli Usa assorbono ora il 6,7% dell’export altoatesino (erano al 4% 5 anni fa) e sono il terzo mercato di sbocco. La Francia è ora quarta con il 5,6% e la Svizzera quinta con il 5,1%.

L’industria traino dell’export negli Usa

Sul totale delle esportazioni verso gli Stati Uniti il 99% deriva dalla manifattura: si tratta di 460 milioni di euro, in cui poco meno della metà è costituito da metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (202 milioni di euro, contro 41 milioni del 2018), quasi 100 milioni da prodotti alimentari e bevande (erano 58 milioni nel 2018), 87 milioni di macchinari e apparecchi non classificati altrimenti (erano 42 milioni nel 2018).

Mercati extra Ue in crescita al netto dell’effetto Brexit

Il traino degli Usa fa crescere in termini di importanza l’America nel suo complesso che vale ormai il 10% dell’exsport altoatesino. L’Asia ora assorbe il 7,5% del totale delle esportazioni (contro l’8,9% di cinque anni fa) con la Cina che è passata a 87 milioni di euro salendo del 19% sul 2018 ma con un incremento inferiore a quello medio. L’Arabia Saudita è ora a 71 milioni di euro contro i 46 milioni del 2018 (+54%). In generale i mercati extra-Ue vedono un lieve aumento: nel 2023 assorbono il 30% dell’export nel 2018, a parità di perimetro (considerando cioè anche l’apporto del Regno Unito) era pari al 28,7%.

Germania primo mercato

La Germania rimane il primo mercato con il 30,5%, ma sia per la ricerca di nuovi mercati sia per il rallentamento dell’ultimo anno e mezzo, Berlino si ridimensiona in 5 anni di oltre 3 punti percentuali (era al 33,8% nel 2018). In valore assoluto l’export ha superato i 2,1 miliardi di euro, con un aumento di circa 500 milioni in 5 anni (+30%). Il secondo mercato resta l’Austria che ha rosicchiato qualche decimale e che ora con il 10,7% contro il 10,3% del 2018 è distante meno di 20 punti percentuali. L’export nel frattempo è aumentato del 48% a 742 milioni di euro.