La Rete per il welfare compie due anni
Sono già 23 le imprese altoatesine che si sono unite per investire sul benessere dei propri dipendenti. A due anni dalla sua fondazione, abbiamo fatto un bilancio dell’attività di Rete Welfare Alto Adige.
Ha compiuto due anni la rete di imprese altoatesina nata con lo scopo di realizzare per tutti i dipendenti delle aziende coinvolte un’offerta strutturata di prestazioni e servizi di welfare aziendale. Le 10 aziende fondatrici nel frattempo sono diventate 23 e sono ormai oltre 5.600 i dipendenti che possono contare – accanto alla retribuzione tradizionale – su benefit e servizi legati, ad esempio, a salute, previdenza, formazione o tempo libero. Nella rete grandi e piccole aziende trovano le stesse opportunità e traggono beneficio dall’essere insieme. Oggi fanno parte della rete: Tpa Srl, Ecorott Srl, Thun Spa, Birra Forst Spa, Acquaeforst Srl, Intercable Srl, Röchling Automotive Italia Srl, Röchling Automotive Srl, Röchling Automotive Filters Srl, Loacker Spa, Alperia Spa, Leitner Spa, Prinoth Spa, Demaclenko Srl, Peoplemover Service Srl, Apparatebau Gronbach Srl, Iprona Spa, J. Schmidhammer Srl, Engo Srl, Prominent Italiana, Ifi Spa, Auto Ikaro Srl e Athesia Druck Spa.
Si tratta della prima esperienza del genere in provincia di Bolzano. Dalla sua fondazione la rete non solo si è allargata, ma ha ampliato la propria offerta di servizi e il suo bacino di beneficiari. Ne abbiamo parlato con Tamara Tonioni, da poco riconfermata presidente della rete.
Dopo la costituzione della rete come si sono mosse le aziende per erogare i benefit?
“Le aziende fondatrici della rete hanno realizzato una piattaforma telematica, simile a quelle comunemente in uso per fare acquisti, dove i dipendenti possono accedere e selezionare i benefit desiderati. La piattaforma è la stessa per tutte le aziende, ma i servizi offerti così come le modalità e il budget, variano a seconda dell’azienda. Alcune aziende danno la possibilità al dipendente di decidere se ricevere il premio di risultato in forma di retribuzione detassata oppure se convertirlo, il tutto o in parte, in servizi welfare ottenendone, quindi, un maggior valore, vista l’assenza di fiscalizzazione e contribuzione ordinaria prevista per i servizi welfare. Altre aziende decidono di erogare l’aumento dello stipendio direttamente sotto forma di servizi welfare”.
Quale è il bilancio di questi due anni di attività della rete d’impresa?
“Il bilancio è sicuramente positivo. Abbiamo più che raddoppiato le aziende aderenti alla rete. Siamo stati in grado di offrire servizi welfare sempre più variegati e vantaggiosi e abbiamo aumentato il nostro bacino d’utenza. In totale oggi si tratta di oltre 5.600 dipendenti. I punti a favore della rete vanno anche al di là di chi la utilizza. I fornitori convenzionati di beni e servizi sono spesso ditte locali e questo genera un volano per l’economia”.
Quali sono stati i vantaggi di mettersi in rete?
“Metterci in rete ci ha permesso di acquistare insieme pacchetti di beni e quindi comprarli a prezzi più vantaggiosi. I dipendenti ne hanno potuto beneficiare perché hanno avuto accesso a servizi a miglior prezzo. Inoltre risparmiamo anche sulla gestione: condividiamo la stessa piattaforma e quindi affrontiamo in comune anche i costi di questi servizi. In questo modo ci siamo potuti rivolgere a una società affermata come Willis Towers Watson. Più in generale, fare parte di una rete è stata un’esperienza che ci ha arricchito: ci ha permesso di fare network tra aziende del territorio, confrontarci sulle “good practices” e sui temi più attuali in materia di welfare: non solo riguardo ai benefit materiali, ma anche a flessibilità oraria, smart working e tele-lavoro”.
Nella scelta del posto di lavoro da parte dei candidati quanto influiscono i servizi di welfare aziendale offerti da una ditta?
“Influiscono sempre di più. Più benefit un’azienda potrà offrire, più attrattiva sarà agli occhi dei suoi possibili candidati. Una volta, stabilità e buona retribuzione erano i fattori chiave nella scelta di un posto di lavoro. Oggi sono rimasti valori importanti, ma accanto a questi i giovani cercano un impiego che offra loro flessibilità oraria e possibilità di avere tempo per coltivare le proprie passioni e stare in famiglia o con gli amici. Il concetto di “work-life balance” è oggi al primo posto nella scelta del lavoro da parte dei giovani e lo sforzo delle aziende nel miglioramento dei servizi di welfare per i dipendenti va sicuramente in questa direzione. In più i benefit erogati a titolo di welfare aziendale non vengono tassati, se questo è un vantaggio per le aziende, che usufruiscono così di una detassazione, lo è anche per i dipendenti, la cui retribuzione reale aumenta”.
Quali sono i benefit più richiesti e più apprezzati?
“In Alto Adige i servizi più utilizzati in assoluto sono i buoni spesa, cioè lo shopping (51% delle scelte) seguiti dai servizi per la previdenza (29%). C’è infatti la possibilità di convertire i benefit in denaro da versare al fondo pensione integrativo: qui, grazie anche alla diffusione dei fondi pensione locali come Laborfonds, è una pratica piuttosto popolare, in controtendenza rispetto al resto d’Italia. A questi si aggiungono gli innumerevoli altri benefit negli ambiti della salute, della ricreazione e tempo libero, viaggi, wellness, educazione, assistenza, etc. Essere in rete significa poter offrire più scelta e quindi soddisfare le esigenze di tutti”.
Quali sono i prossimi obiettivi e le prossime sfide della rete?
“I nostri obiettivi sono confrontarci sempre di più tra noi aziende aderenti sui temi del welfare aziendale per poterli migliorare, offrire servizi sempre più diversificati e vantaggiosi sulla nostra piattaforma, rendere la piattaforma ancora più user-friendly, mostrare i vantaggi che il welfare aziendale può dare ai dipendenti. In questo ci piacerebbe coinvolgere di più i rappresentanti sindacali. Infatti, mentre i giovani apprezzano i servizi welfare, da parte delle generazioni più anziane c’è ancora diffidenza; si tende a preferire la retribuzione ordinaria, nonostante questa abbia una elevato livello di tassazione e contribuzione, piuttosto che utilizzare direttamente i numerosi servizi e beni welfare un servizio mirato a migliorare il benessere della persona. Riguardo ai tipi di benefit, vediamo molta potenzialità in quelli dedicati all’educazione, al benessere e, in generale alla tutela sanitaria e vorremmo incentivarne l’utilizzo, soprattutto da parte di coloro che godono di un minor livello retributivo. Sono questi, infatti, a mio avviso, i benefit che più di tutti possono contribuire a migliorare la qualità di vita dei nostri dipendenti”.