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Il valore strategico delle grandi imprese estere

13 Novembre 2019

Grazie al suo ruolo di cerniera tra l’Italia e l’area economica di lingua tedesca, l’Alto Adige è una delle regioni italiana a più alta densità di imprese estere. Il loro valore è strategico per occupazione e valore aggiunto.

Recentemente il Centro Studi di Confindustria ha presentato, in collaborazione con l’istituto di statistica nazionale ISTAT, un’approfondita analisi sulla presenza di imprese a controllo estero in Italia. Lo studio evidenzia in maniera inequivocabile il valore strategico delle grandi imprese estere.

Multinazionali: moltiplicatori di investimenti e posti di lavoro

I dati contenuti nel primo di tre volumi dal titolo “Grandi Imprese Estere in Italia: Un valore strategico” sono impressionanti: per ogni euro investito dalle grandi imprese estere in Italia si determina nella nostra economia una crescita complessiva della produzione industriale di circa 2,8 euro, considerando effetti diretti, indiretti e indotti. L’incremento del valore aggiunto del settore privato è pari a 3,3 euro. In termini occupazionali la variazione è ancora più alta: per ogni occupato in più nelle grandi multinazionali estere, si generano nell’intero sistema economico quattro posti di lavoro aggiuntivi.

Le imprese estere, pur rappresentando soltanto lo 0,3% del totale delle imprese residenti in Italia:

  • occupano il 7,9% dei lavoratori del settore privato;
  • contribuiscono al 15,1% del valore aggiunto;
  • generano il 18,3% del fatturato e il 14,4% degli investimenti;
  • finanziano il 25,5% della spesa privata in R&S.

    Il peso delle imprese a controllo estero sul totale delle imprese residenti in Italia

In Alto Adige le imprese a controllo estero danno lavoro a 22.000 persone

Anche in Alto Adige il peso delle multinazionali estere è rilevante. Da Aspiag a Würth, da Hoppe a Iveco, da GKN a Röchling e Memc: le multinazionali con sede in Alto Adige occupano circa 22.000 persone. Significa che più del 10 per cento lavora in una di queste imprese a controllo estere. E questo, nonostante le società a controllo estero siano relativamente poche: 876 in tutto sulle complessive 55mila (agricoltura compresa) attive in Alto Adige.

Multinazionali altoatesine prevalentemante a controllo germanico

Il 70 per cento delle società estere con sede in Alto Adige è di proprietà tedesca (circa 400 imprese) o austriaca (quasi 200). Aggiungendo anche il centinaio di aziende controllato da gruppi provenienti da Svizzera, Lussemburgo o Liechtenstein si arriva a quasi 700 società. Se la forte presenza di società a controllo coreano (40) e cinese (34) è legata a soli tre gruppi che controllano società operanti principalmente nel settore delle energie rinnovabili e con impatto occupazionale molto limitato, ben diverso è il peso delle 15 società a controllo olandese (fa parte di queste, ad esempio, la Iveco Defense Vehicles di Bolzano che conta quasi un migliaio di addetti) o delle 13 a controllo britannico (sono circa 1.500 i dipendenti di GKN Driveline e GKN Sinter Metals con sede a Brunico).

Imprese a controllo estero, fattore di sviluppo anche nelle zone rurali

In termini occupazionali il settore più rappresentato tra le società a controllo estero è il commercio al dettaglio con oltre 7.000 addetti. Altri 4.000 dipendenti lavorano nel settore del commercio all’ingrosso, mentre sono circa 7.000 gli addetti delle multinazionali operanti nell’industria in senso stretto. Molto importante, infine, il fatto che una gran parte di queste imprese a controllo estero crea lavoro e investimanti anche al di fuori dei grandi centri urbani. Val Pusteria, val Venosta, Pusteria o Bassa Atesina sono solo alcuni dei comprensori della provincia in cui si possono trovare gli headquarter di grandi imprese estere.