Passaggio generazionale, istruzioni per l’uso
Quando un'impresa passa dai genitori ai figli le sfide da affrontare per la nuova gestione sono tante. Ne abbiamo parlato con la famiglia titolare di Verniciatura Lodola a Cortaccia.
I materiali di svariate misure, forme e tipologie vengono caricati sulle apposite stazioni dagli operatori secondo le indicazioni della signora Lodola. Vengono trasportati dal convogliatore aereo verso il tunnel di pretrattamento, le porte automatiche si aprono e uno a uno vengono introdotti i semi lavorati metallici. Comincia così il ciclo produttivo dell’impianto della Verniciatura Lodola Srl. Incontriamo la famiglia titolare per parlare delle sfide legate al passaggio generazionale in impresa. Le fasi di lavorazione dei prodotti attraggono però subito la nostra attenzione.
Attraverso diversi passaggi, i materiali vengono trattati con soluzioni attive e risciacquati rigorosamente con acqua demineralizzata, asciugati e preparati per la verniciatura. Nello stabilimento dell’impresa di Cortaccia, 10.000 mq di cui 4.000 coperti tra sede e capannone, il lavoro procede tutto il giorno a ritmo serrato, i tempi degli ordini vanno rispettati e al cliente deve essere garantita la migliore qualità possibile.
Le vernici in polvere vengono applicate per elettrostatica in automatico ed i ritocchi finali vengono effettuati manualmente da un collaboratore che ripassa i materiali pezzo per pezzo. Una volta applicata la polvere, entrano nel forno di polimerizzazione per la fase finale di cottura. Grazie al calore la polvere polimerizza e aderisce al particolare ottenendo così il pezzo finito. Il personale controlla visivamente e con appositi strumenti tutti i particolari prima di imballarli e spedirli al cliente.
Impresa di famiglia, una sfida continua
Accanto all’impianto ci sono gli uffici, ma è in produzione che i titolari dell’azienda, due fratelli e una sorella, con i due figli, passano gran parte delle loro giornate: monitorano i processi, coordinano il carico e lo scarico dei prodotti, informatizzano i flussi dei prodotti in entrata ed uscita, lavorando sempre a stretto contatto con i loro collaboratori, una ventina in tutto.
“Portare avanti un’impresa familiare e andare sempre d’accordo tra fratelli non è facile, devo essere onesta, ci vuole tanto impegno”, racconta Enrica Lodola, seduta alla scrivania, tra le mani una bevanda calda, si ritaglia una delle poche pause dal lavoro per parlarci delle sfide che si affrontano nel portare avanti un’impresa di famiglia. “Siamo quattro fratelli, il più piccolo, Maurizio, lavora per un’altra azienda, ma gli altri tre, Enrico, Marco e io, lavoriamo qui. Abbiamo pochi anni di differenza e tutti e tre caratteri forti e determinati. Tra noi non c’è un capo. L’azienda è stata fondata da nostro padre. Il passaggio generazionale è stata una grande sfida”. Per molte aziende familiari, il passaggio generazionale è una grande sfida. Dura anni e non avviene dall’oggi al domani. Ce ne aveva parlato poco tempo fa il professore Alfredo de Massis in quest’intervista.
Passaggio generazionale, come affrontarlo
Il segreto pratico per affrontare la fase del passaggio generazionale, secondo Enrica Lodola, è cercare di migliorare costantemente la comunicazione e l’ascolto. Per questo i tre fratelli titolari hanno deciso di seguire, assieme al personale amministrativo e ai figli attivi in azienda rappresentanti della terza generazione, una speciale formazione, organizzata su misura per loro dal Centro di tecnologia e management (CTM) di Assoimprenditori.
“È stato molto utile. Siamo stati seguiti da un coach. Durante gli incontri abbiamo individuato le problematiche sulle quali lavorare e ottenuto dei consigli pratici. Siamo riusciti a migliorare la comunicazione tra noi, abbiamo imparato ad ascoltarci di più, a parlarci in modo più efficace e professionale e ad analizzare oggettivamente le situazioni. Prima non facevamo vere e proprie riunioni tra noi, non eravamo sufficientemente strutturati, non comunicavamo nel modo giusto, elemento invece fondamentale per portare avanti un’impresa di successo senza inutili stress. Non potevamo nemmeno fermarci a parlarne perché eravamo concentrati sul lavoro, poi abbiamo però deciso di farlo. Abbiamo ancora molto margine di miglioramento, ma siamo sulla strada giusta”.
Una storia di determinazione, impegno e coraggio
La storia di Verniciatura Lodola è quella di una ditta artigiana che grazie a intraprendenza, duro lavoro e coraggio, si è trasformata negli anni in un’impresa. Giacomo Lodola, il padre di Enrica e dei suoi fratelli, cominciò la sua attività di verniciatura a liquido nel 1965, aprendo una piccola officina nel quartiere Oltriscarco a Bolzano. Nel 1976 riuscì ad aumentare la produzione grazie alla collaborazione di importanti aziende operanti nel nord Italia. Alla fine degli anni ’70, Lodola vide nel passaggio dalla verniciatura a liquido a quella in polvere un salto tecnologico interessante e un’opportunità da cavalcare: la nuova tecnica assicurava caratteristiche migliori come la totale assenza di emissioni di solventi, il recupero dell’overspray e quindi la riduzione degli sprechi e maggiore facilità di verniciatura grazie all’applicazione automatica.
Per cambiare tipo di produzione e far evolvere l’attività c’era però bisogno di maggiori spazi. Giacomo Lodola decise quindi di costruire un nuovo stabilimento. A inizio anni ’80 iniziò a realizzare una nuova officina nell’area industriale di Bronzolo. La produzione aumentò e con la successione generazionale nacque da parte dei figli l’idea di costruire una nuova filiale. Nel 2001 la famiglia Lodola aprì la nuova sede a Cortaccia, un impianto più grande e tecnologicamente avanzato del precedente.
Passaggio generazionale e nuove generazioni
Le sfide non sono mai mancate così come la voglia di fare e di osare della famiglia Lodola. Portare avanti un’impresa familiare è una grande prova, ma anche un orgoglio. A dimostrarlo sono i rappresentanti della terza generazione, che hanno deciso di lavorare nell’impresa. Sono i due figli di Enrica, Federico e Davide.
“Non li abbiamo obbligati – precisa – , ma hanno voluto lavorare qui. Per loro non è un semplice impiego, ci tengono a dire la loro, a proporre miglioramenti, sentono di partecipare a un progetto familiare. Noi diciamo sempre loro che c’è bisogno di fare tanta esperienza per prendere le giuste decisioni. Ho anche un terzo figlio, Alessandro, per ora sta studiando ingegneria gestionale, non so se vorrà entrare in azienda, ma anche lui si sente coinvolto. D’altronde hanno visto me, i loro zii e il nonno fare questo lavoro tutta la vita, hanno sentito parlare dell’impresa da quando sono piccoli ed è comprensibile che si sentano parte della sua storia”.