Imprese a cinque cerchi
Tra le Dolomiti sono nati e cresciuti molti campioni sportivi, ma anche numerose eccellenze imprenditoriali. Una terra predestinata per ospitare le Olimpiadi?
In questi giorni si deciderà quale – tra Cortina e le Dolomiti, Milano e Torino – sarà la candidata italiana per la corsa ad ospitare le Olimpiadi invernali del 2026. A prescindere da come finirà, le imprese del territorio tra Alto Adige, Trentino e Veneto sono convinte di avere tutte le carte in regola per organizzare un evento spettacolare e allo stesso tempo sostenibile. “Il nostro territorio è storicamente votato alle tecnologie alpine, al turismo e agli sport invernali: le Olimpiadi sarebbero l’occasione per dimostrare come sia concretamente possibile conciliare standard elevati con l’unicità del nostro territorio”, affermano le associazioni delle imprese di Bolzano, Trento e Belluno in una nota congiunta.
L’esperienza a cinque cerchi non manca di certo alle imprese altoatesine. Sochi e Pyeongchang, le città in cui si sono svolte le ultime edizioni delle Olimpiadi invernali nel 2014 e nel 2018, sono state un’occasione per mettere in mostra il know-how delle aziende locali in fatto di tecnologie alpine. Dagli impianti sportivi a quelli di risaliti, dai cannoni della neve alle soluzioni hi-tech per migliorare le prestazioni sportive attraverso allenamenti o materiali. Sono una cinquantina le imprese altoatesine specializzate nel settore degli sport invernali e complessivamente occupano quasi 2.000 addetti. L’export annuale è di circa 300 milioni di euro e quasi un quarto del PIL altoatesino è generato in maniera diretta o indiretta dall’industria e dal turismo invernale. Il gruppo Leitner, Stahlbau Pichler, TechnoAlpin, Oberalp-Salewa, Microgate o Doppelmayr Italia sono solo alcune tra le numerose eccellenze che l’Alto Adige può vantare in questo campo.
A sostegno della candidatura delle Dolomiti (accanto a Cortina, sarebbero coinvolte Bolzano per l’hockey, Anterselva per il biathlon o la val di Fiemme per lo sci nordico) anche la capacità delle aziende del territorio di lavorare in piena armonia col territorio. In Alto Adige, ad esempio, le zone produttive – quelle dove per definizione operano le imprese manifatturiere – occupano meno dello 0,3 per cento dell’intera superficie, ma creano oltre il 25 per cento del valore aggiunto e dell’occupazione (vedi anche la mappa interattiva). Una carta in più da giocare nella corsa a cinque cerchi, visto che la candidatura di Cortina è tutta all’insegna della sostenibilità economica, sociale e ambientale.