100 anni di storia scolpita nel marmo
In Italia appena 1 impresa su mille può vantare una storia lunga oltre un secolo. Tra queste c’è anche la Lasa Marmo, che dopo il riconoscimento di “impresa storica” ora ha ottenuto anche quello di “marchio storico di interesse nazionale”.
Facciamo un salto indietro nel tempo di oltre 100 anni, al 1911. In Val Venosta è attiva una cava di marmo, la “Parete Nessel”, gestita dal Comune tirolese di Laas con appena quattro operai. All’epoca, l’Alto Adige non era ancora territorio italiano.
Marmo „italiano“: una scelta linguistica dettata dal marketing
È in quest’anno che Mathias Gasteiger, uno scultore e professore originario della Pusteria e attivo a Monaco di Baviera, arriva in Val Venosta e decide di prendere in gestione la cava. L’idea non è tanto quella di utilizzare il marmo per l’attività scultorea, ma piuttosto come materiale di rivestimento per facciate di edifici rappresentativi. Ottenuta la concessione dal Comune, nel 1912 Gasteiger fonda la sua impresa con il nome “Laasa Marmorbruchbetrieb in Laas (Tirol)”. L’utilizzo della denominazione Laasa in un periodo in cui l’Alto Adige non apparteneva ancora all’Italia e il toponimo italiano di Lasa di fatto non esisteva ancora, è legato a motivi di marketing. All’epoca l’Italia era, infatti, leader mondiale del settore del marmo e un marchio dal suono italianeggiante secondo Gasteiger avrebbe aiutato la commercializzazione del prodotto.
Un’intuizione lungimirante, visto che questo marchio ultracentenario – tra le imprese altoatesine solo la Birreria Forst fa compagna a Lasa Marmo nell’elenco dei marchi storici di interesse nazionale – oggi è conosciuto in tutto il mondo. “Il 90 per cento del nostro fatturato viene generato all’estero”, afferma il Chief Operating Officer dell’azienda, Erich Tscholl.
Alcuni dei progetti più prestigiosi realizzati con il materiale estratto dalle cave della Lasa Marmo portano la firma di noti architetti come Giò Ponti, Ettore Sottsass o Santiago Calatrava e si trovano in tutto il mondo. “Il riconoscimento come impresa storica arrivato l’anno scorso e quello di marchio storico certificato ora ci daranno una spinta in più sui mercati internazionali”, è convinto Tscholl.
La tradizione come spinta per l’innovazione
Nonostante una storia lunga ormai oltre un secolo, a Lasa si continua a puntare sull’innovazione. Spiega ancora Tscholl: “Attraverso la digitalizzazione, siamo in grado di rendere disponibili lastre grezze di marmo per la progettazione, vendita e lavorazione attraverso la semplice pressione di un pulsante. In questo modo abbiamo superato lo svantaggio che una sede periferica come quella di Lasa poteva avere in un contesto di mercato globale. Architetti e progettisti hanno ora a disposizione strumenti di scelta del marmo e di pianificazione digitale per l’utilizzo di uno dei materiali più eleganti e preziosi che esistono”.