Dai Ferrero Rocher alla Coca Cola, l’etichetta è “madeinbz”
Andrea Molinari è responsabile del settore pre-stampa di Bel, impresa specializzata in etichettatura. In quest’intervista raccontiamo il suo lavoro e come è cambiato negli anni all’interno di un’azienda che non ha mai smesso di crescere.
Quanto lavoro c’è dietro un’etichetta? Più di quanto si possa immaginare. Lo sa bene Andrea Molinari, responsabile del settore pre-stampa di Bel, azienda bolzanina che da oltre 50 anni si occupa di realizzare prodotti e servizi per la promozione e l’etichettatura di ogni tipo di prodotto. Le etichette dei cioccolatini Ferrero Rocher, della Coca-Cola, di Lidl, quelle della birra Forst, della Conad, di Parmareggio, dei formaggi Bergader e di molti altri marchi rinomati escono tutte dalla sede di via Zuegg a Bolzano.
Come si svolge il lavoro nel reparto pre-stampa e come è cambiato negli anni? Ce ne parla Andrea Molinari.
L’inervista al responsabile pre stampa di Bel Andrea Molinari
Quale è il vostro lavoro sull’etichetta nel reparto pre stampa?
Ci occupiamo di modificare e rendere stampabili dai nostri sistemi di stampa i file che ci vengono mandati dai nostri clienti. In alcuni casi dobbiamo intervenire anche sulla parte grafica. Si tratta per lo più di dettagli tecnici, che dall’occhio del cliente non vengono visti, ma che sono importanti per ottenere un’etichetta perfetta. Oggi le etichette contengono molte informazioni. Ci sono delle norme europee che le regolamentano. Noi le consociamo e ci assicuriamo che vengano applicate.
Quanto tempo impiegate per adattare il file di un’etichetta al vostro sistema di stampa?
Di solito riusciamo ad adattare un’etichetta alla stampa in un’ora. Dopo aver apportato le nostre modifiche mandiamo una bozza al cliente o al grafico del cliente e dopo passiamo alla stampa su materiale adesivo.
Da quanto svolge questo lavoro e come è cambiato il modo di fare un’etichetta?
Sono ormai 39 anni che faccio questo mestiere. Ho iniziato a disegnare con la china in camera oscura. Negli anni è cambiato tutto. Fino a vent’anni fa c’era da battagliare: si faceva tutto a mano. Ogni volta che dovevo ingrandire una scritta dovevo realizzare un modello manualmente, utilizzando un foglio trasparente su un supporto luminoso. Bisognava lavorare lettera per lettera per ricreare la matrice adatta alla stampa.
Oggi apportiamo le modifiche al pc, in digitale tutto è più semplice e veloce e oltretutto più preciso. Disponiamo anche di laser molto accurati. Da otto ore necessarie prima per modificare un’etichetta, oggi siamo scesi a una. Oggi abbiamo bisogno di meno persone per fare lo stesso lavoro. Per l’azienda i costi ci sono sempre perché bisogna ammortizzare i nuovi macchinari, ma il prodotto ha decisamente fatto un salto di qualità. Il bambino nell’etichetta della nutella, per esempio, una volta era molto semplice, oggi sembra quasi una fotografia, eppure è un disegno. Anche le etichette del vino sono molto più elaborate, contengono più immagini. Lo stesso per quelle della frutta e verdura che escono dalle bilance nei supermercati. Oggi hanno più colori e informazioni.
Come si è adattato ai cambiamenti relativi alla tecnologia digitale?
Molto bene. Questo lavoro mi appassiona da sempre e mi considero una persona curiosa. Ho accolto le nuove tecnologie con interesse e le ho viste sempre come conquiste del mio settore. Negli anni è stato gratificante vedere che grazie a nuovi macchinari più precisi il mio lavoro poteva essere migliorato, che si riescono a fare cose che prima non erano possibili. Ho seguito qualche corso di aggiornamento, ma per lo più ho imparato da solo facendo. Le nuove tecnologie mi hanno sempre affascinato e utilizzarle, soprattutto nel mio campo, mi è sempre venuto abbastanza facile. Ogni file che arriva da modificare rimane comunque una sfida. La passione è rimasta intatta
Da quanto lavora in Bel e che formazione ha seguito?
Ho studiato all’Istituto Professionali Einaudi di Bolzano specializzandomi in grafica. Ho iniziato in uno studio grafico, poi sono passato in tipografia, dove sono rimasto sette anni, fino ad approdare in Bel, dove lavoro da ormai vent’anni.
Come vede le nuove generazioni che si dedicano a questo campo?
Molto preparate. I ragazzi di oggi sono molto in gamba e sono molto creativi. Lo vedo negli stagisti che abbiamo in azienda. Abbiamo collaborazioni dirette sia con le scuole Einaudi di lingua italiana che con le Gutenberg di lingua tedesca. Con la tecnologia di oggi è più facile trasportare le idee in digitale. Ci sono meno limiti tecnici e i ragazzi sano sfruttare questa potenzialità non dando limiti alla loro creatività. Noi a confronto ceravamo più limitati perché con le matite non si riusciva a fare tutto. Quindi anche l’espressione della nostra creatività era ristretta dai limiti tecnici. Una volta era decisamente più importante la precisione, oggi per chi svolge questo lavoro al primo posto c’è l’essere creativi e per il resto ci sono i software di grafica, saperli usare bene è fondamentale.
La storia di Bel
L’azienda nasce nel 1964 dall’idea di due imprenditori, Evan Bampi e Bruno Libori. Alla fine degli anni ‘60 si diffonde l’utilizzo delle etichette adesive in molti settori: nella distribuzione, nella logistica, nell’industria. L’azienda inizia ad acquistare le prime macchine per la produzione di etichette autoadesive in rotolo. Negli anni 70 e 80 il settore produttivo dedicato alle etichette ha uno sviluppo molto intenso e diventa prevalente nell’azienda. La sede all’epoca è in Via Milano. Gli spazi non sono più sufficienti a sostenere lo sviluppo dell’azienda, che si trova in una zona diventata ormai quartiere residenziale. Nel 1989 viene così costruito un nuovo stabilimento di 2500 mq coperti, nella zona industriale di Bolzano sud. Nel frattempo, si ha l’ingresso in azienda della seconda generazione di imprenditori: Mauro Bampi, Nicoletta e Michele Libori. La produzione continua a crescere e assieme a lei la necessità di nuovi spazi. L’azienda decide così di costruire un nuovo stabilimento di ca- 10.000 mq di superfice coperta. Nel 2005 si trasferisce in via Zuegg a poche centinaia di metri dalla sede precedente di via Kravogl.