“Da noi giovani una spinta all’innovazione”
Gianluca Melani, 36 anni, titolare di Wide Group, è stato eletto Presidente dei giovani industriali del Trentino-Alto Adige. Priorità e sfide per il giovane imprenditore.
Essere tenaci, non arrendersi mai, perseverare. Avere un approccio innovativo al business, voglia di confrontarsi e condividere. Ma anche svegliarsi tutte le mattine senza sapere cosa succederà e, nonostante le incertezze, portare avanti la propria impresa, nell’insegna dell’innovazione. Essere giovani imprenditori oggi vuol dire soprattutto questo. Ne è convinto Gianluca Melani, 36 anni, titolare e amministratore delegato della società di brokeraggio assicurativo Wide Group SpA e neoeletto Presidente dei giovani industriali del Trentino-Alto Adige.
Melani ha studiato diritto finanziario, bancario e assicurativo a Milano, poi si è trasferito a Londra, dove ha lavorato presso i Lloyd’s. Nel 2008 il ritorno in Italia. Da allora guida l’azienda di famiglia, con sede a Bolzano, ma che nel frattempo si è allargata e oggi conta nove sedi in Italia, 130 collaboratori e un giro d’affari di 12 milioni di euro.
Quando ha deciso di fare l’imprenditore?
La scelta mi è venuta naturale. In qualche modo ho sempre pensato di prendere il posto di mio padre nell’impresa di famiglia. Volevo impegnarmi per il benessere dei miei cari e della società e portare avanti qualcosa di mio. Ho studiato diritto finanziario, bancario e assicurativo, sono partito per Londra, e, dopo un’esperienza lavorativa, per necessità familiari sono tornato e ho preso in mano l’azienda. L’ho voluta espandere e sviluppare attraverso un processo di fusioni e acquisizioni che oggi l’ha portata ad essere uno dei dieci player più importanti a livello nazionale. Intermediamo premi assicurativi per oltre cento milioni di euro. Ci piace considerarci come una fucina tecnologica. Nella nostra squadra ci sono numerosi programmatori informatici che scrivono codice. Puntiamo sull’innovazione tecnologica applicata al campo delle assicurazioni.
Quali sono le sfide più grandi per chi decide di fare impresa oggi?
Chi ha un’idea di business valida oggi ha molti strumenti per accedere al mercato. Per le start-up l’accesso ai capitali è più semplice. Il problema è, una volta partiti, riuscire a sopravvivere in un contesto competitivo e a crescere nel sistema paese.
Un ruolo fondamentale lo giocano poi le persone e i team. Comunicazione, lavoro di squadra, abilità di negoziazione e decisionali, competenze tecniche e capacità comportamentali sono solo alcune delle competenze che un giovane imprenditore deve avere per guidare un’impresa.
E per chi si trova a portare avanti un’impresa di famiglia?
Sul nostro territorio abbiamo una struttura di imprese ben radicate e ben patrimonializzate. Questo è frutto della capacità imprenditoriale delle generazioni precedenti. Quando un giovane entra in azienda di famiglia può decidere di portarla avanti così come è, ma non vedrà grandi sviluppi, oppure può cercare di migliorarla, fare innovazione, farla crescere. Essere radicati nel territorio e ridistribuire le ricchezze localmente è giusto, ma è necessario anche aprirsi maggiormente per giocare un ruolo in un’economia così globalizzata come quella in cui operiamo. Questa è la sfida per chi affronta il passaggio generazionale.
Quali sono le esigenze e le priorità per i giovani imprenditori?
La priorità è puntare sull’innovazione in tutti gli aspetti, per migliorare processi aziendali, prodotti e servizi. Tra le esigenze, c’è sicuramente la sburocratizzazione. Più siamo impegnati in processi lenti e farraginosi, meno possiamo dedicarci alla creatività imprenditoriale. La burocrazia è importante, ma anche le tempistiche lo sono. Andrebbe semplificata e accelerata. All’estero ho visto sistemi più veloci ed efficienti. In Italia dobbiamo affrontare questo problema al più presto.
Da un punto di vista più generale poi bisogna affrontare il tema della fiscalità. Gli effetti economici della pandemia renderanno la situazione ancora più critica. Oggi stiamo creando un debito che noi giovani dovremmo pagare in futuro. Serve una strategia europea per affrontare la situazione.
In Trentino-Alto Adige quali sono i temi su cui bisogna lavorare per migliorare le condizioni per fare impresa?
Bisogna lavorare sull’accessibilità e la raggiungibilità della nostra regione. Siamo un crocevia tra nord e sud, ma sul fronte dei collegamenti ferroviari, aerei e su gomma c’è ancora margine di miglioramento. Più è facile raggiungere il nostro territorio, maggiore sarà lo sviluppo di industria, export e turismo. Un altro tema su cui bisogna impegnarsi è riuscire ad attirare manodopera specializzata. Abbiamo la possibilità di ampliare il nostro tessuto produttivo, ma ci manca personale specializzato. La capacità di attrarre talenti sarà strategica per lo sviluppo delle nostre imprese.
Quali idee si sente di proporre per sviluppare il tessuto imprenditoriale?
Non ho una ricetta, ma mi sento di ribadire che bisogna puntare sull’innovazione. Su questo si regge il futuro delle nostre aziende. Se non si sta al passo si rischia di essere spazzati via da grossi gruppi che hanno avuto il coraggio di investire e innovare. Dobbiamo guardare all’esterno e portare a livello locale ciò che può funzionare per noi. Bisogna inoltre operare e prendere decisioni in modo strategico e rivolto al futuro, con un occhio alle nuove generazioni.
Come vede l’imprenditore del futuro?
Come una persona inclusiva che migliora la qualità della vita dei propri collaboratori e che dà un contributo alla società, sempre più attento ai temi della sostenibilità ambientale e della responsabilità sociale d’impresa. Le imprese sul nostro territorio stanno già facendo tantissimo in questa direzione. Continuare sarà sempre più una responsabilità dei giovani imprenditori.
Perché ha deciso di candidarsi come Presidente regionale dei giovani imprenditori e cosa si augura di realizzare durante il suo mandato?
Mi hanno proposto di candidarmi la nostra Presidente dei giovani in Assoimprenditori Alto Adige Manuela Bertagnolli, assieme alla Presidente regionale uscente Stefania Segata e Martina Togn, che guida i giovani di Confindustria Trento. Ho deciso subito di accettare. Ero già nel direttivo del gruppo giovani e volevo impegnarmi maggiormente. Il nostro gruppo è molto coeso, abbiamo costruito solidi rapporti di amicizia e stima reciproca che ci portano a un naturale confronto continuo. Questo lo rappresentiamo quando andiamo a Roma. Il mio è un ruolo di coesione tra Trentino e Alto Adige: per esprimere le nostre esigenze in maniera unita e quindi più forte. Mi auguro di migliorare la nostra visibilità come imprenditori a livello nazionale, capire come si muove il resto del paese e portare in regione informazioni rilevanti che possano supportarci nelle nostre scelte quotidiane.