Apprendistato hi-tech
“Vi piacciono tecnologia e innovazione? Superate vecchi pregiudizi – il lavoro in fabbrica è ciò che fa per voi!”. Parola di Marlon Mayr, 22enne bolzanino, che dopo l’apprendistato è stato assunto con un contratto fisso.
E’ un martedì mattina in zona industriale a Bolzano Sud. Alla CLM le macchine stanno girando a pieno regime. L’impresa bolzanina fondata nel 1993 è specializzata in lavorazioni meccaniche. I suoi clienti sono altre imprese in tutta Europa, Stati Uniti o Asia che utilizzano i componenti realizzati in Alto Adige per costruire trasmissioni, macchine utensili e impianti per il trasporto persone.
Le frese e i torni presenti in fabbrica sono macchinari moderni e altamente tecnologici. Accanto ad uno di questi, Marlon Mayr, 22 anni da poco compiuti, sta controllando che il semilavorato in acciaio venga modellato esattamente secondo le specifiche richieste dal committente. La soddisfazione gli si legge negli occhi. “Si parte dalla materia prima e da un disegno sulla carta, poi tocca a me. Il macchinario va programmato con la massima precisione, anche perché poi i pezzi prodotti vengono sottoposti a un severo controllo qualità”, racconta.
Doppia formazione in aula e in fabbrica
Marlon ha iniziato come apprendista: “Mi è piaciuto fin da subito poter mettere in pratica in azienda quello che gli insegnanti mi spiegavano in classe. E poi fare quel passo in più che ti permette un vero lavoro, dove vedi e impari anche tante altre cose”, spiega. “In effetti – aggiunge Alex Caramaschi, che assieme ai soci Franco Morandi ed Eros Ferraro guida la società – agli apprendisti che iniziano a lavorare con noi facciamo conoscere tutti i reparti. E’ così che capisci quali caratteristiche possiede una persona, che interessi ha, dove può rendere di più. E in ogni reparto c’è un responsabile che fa anche da formatore”.
La caratteristica del sistema duale è proprio questa: i giovani seguono un periodo di lezioni a scuola, a cui ne segue uno in azienda. Nel resto d’Italia la chiamano “alternanza scuola-lavoro”, in Alto Adige è più una formazione doppia, perché il giovane impara sia a scuola che in azienda. Anche la retribuzione è continua, perché l’apprendista viene pagato non solo per il periodo in cui lavora, ma anche durante il tempo che passa a scuola. “Assumere un apprendista significa investire sulla persona: un investimento indispensabile, proprio come quello nei macchinari e nella tecnologia”, dice Caramaschi. La collaborazione con il mondo della formazione è vincente, afferma: “La scuola si concentra sull’aspetto più culturale, l’azienda invece impiega la propria tecnologia per formare al meglio il ragazzo: il risultato è un mix vincente tra teoria e pratica”. Tanto vincente, che il passaggio dall’apprendistato al contratto fisso è quasi sempre scontato. E’ stato così anche per Marlon: “Superato l’esame di fine apprendistato, sono stato assunto con contratto a tempo indeterminato”.
Un lavoro in piena evoluzione
Le sfide professionali sono le più diverse: “Ogni cliente ha le sue esigenze, noi siamo chiamati a realizzare le soluzioni puntando su tecnica e innovazione. C’è un sacco di tecnologia dietro al nostro lavoro, molto più di quello che si potrebbe immagine”, prosegue Marlon. Concetto ribadito anche da Alex Caramaschi: “La qualità della vita e del lavoro in fabbrica è completamente cambiata rispetto al passato. L’ambiente è pulito, il lavoro è incentrato sulla tecnologia, lo sviluppo, l’innovazione continua. I ragazzi, ma non solo loro, restano sempre stupiti quando vengono a vedere dal vivo le tante realtà manifatturiere che operano sul nostro territorio. Sarebbe bello se lo facessero ancora più spesso: far capire ai nostri giovani attraverso l’esempio pratico quanto può essere entusiasmante e ricco di soddisfazioni un’occupazione nelle nostre officine è il modo migliore per farli innamorare di questo lavoro!”.