Risanare in modo sostenibile
Diversi chilometri di tubature all'anno sostituite e riparate. Con effetti positivi sull'ambiente e sul risparmio di Co2. L'unione di tecnologia e innovazione permette alla Rotech di Campo di Trens di essere all'avanguardia nel settore.
Risparmio di Co2 e di acqua. L’attività della Rotech, azienda di Campo di Trens specializzata nel risanamento di tubature, in particolare acquedotti, condotte forzate e fognature, punta con forza al rispetto dell’ambiente. In un Paese come l’Italia, in cui, secondo i dati Istat più recenti, in media il 42% di tutta l’acqua estratta diventa una perdita e non raggiunge la destinazione prevista, ridurre a zero le perdite nei tratti di acquedotti sostituiti contribuisce alla sostenibilità complessiva del sistema. Se, poi, come fa Rotech, lo si fa con la tecnica del No Dig che riduce l’emissione della Co2 rispetto alla tecnica tradizionale, il disegno è completo.
Pionieri in Italia nella tecnica No Dig
Rotech, con alle spalle il Gruppo tedesco Diringer & Scheidel Rohrsanierung GmbH & Co. KG, è stata la prima a portare in Italia diverse tecnologie del No Dig. Si tratta di tecnologie di risanamento non distruttive delle tubazioni con le quali si ottengono nuove condotte di ottima tenuta e resistenza. Una modalità che si adatta benissimo a centri cittadini, centrali idroelettriche, acquedotti, fognature e così via. Senza scavo significa meno rifiuti, meno rumore, meno mezzi inquinanti nonché tutela del paesaggio in cui si svolgono i lavori; inoltre, il risanamento No-Dig consente il rispetto della quotidianità del luogo in cui viene installato il cantiere. Tempi brevi e spazi ridotti di lavorazione permettono quasi sempre di lasciare inalterata la viabilità delle città e di garantire una presenza “invisibile” ai cittadini.
Uno sviluppo rapido
La primazia di Rotech nella tecnica No Dig ha consentito uno sviluppo importante dal 2009, anno di costituzione della società, in poi. Se guardiamo agli ultimi 5 anni, gli addetti sono passati dai 18 del 2017 ai 50 attuali. E il fatturato sta seguendo un rimo analogo: dai 9 milioni di euro nel 2019 ai 15 del 2022 con una prospettiva di arrivare a 30 nel 2023. Mentre le sedi sono cresciute e si sono radicate, oltre che a Bolzano, anche a Milano e in Sardegna. Con l’ambizione di svilupparsi ancora.
Ricerca e innovazione continua per restare competitivi
Con il tempo il mercato italiano ha visto sorgere altri concorrenti che propongono la stessa tecnica No Dig. Rotech, per restare competitiva, punta su innovazione e ricerca. In azienda c’è un Centro di competenze e uno studio di progettazione interno. Il primo, grazie a intese con istituzioni di alta formazione – Università di Pavia e Politecnico di Milano solo per citarne alcuni – organizza corsi di formazione specifici sul no dig. Il secondo garantisce una consulenza alle aziende in un settore molto complesso. E proprio l’attenzione continua a ricerca e innovazione consente a Rotech di poter essere competitiva sul mercato.
I lavori da primato
Competenze elevate e all’avanguardia permettono di ottenere lavori che altri competitors non possono realizzare. Tra i cantieri fuori dall’ordinario quello legato all’impianto idroelettrico Alperia a San Valentino alla Muta. Qui è stato eseguito un rinnovo delle condutture dentro la montagna con tecniche speciali per ripristinare il funzionamento idraulico. Un lavoro unico in Europa, per il quale Rotech è stato premiato all’International No Dig 2022 che si è svolto a Ottobre ad Helsinki. In Puglia, poi, è stato eseguito un importante lavoro di rinnovo delle condutture per l‘Acquedotto Pugliese SPA al ponte Punta Penna Pizzone a Taranto. Il tratto di acquedotto sostituito è passato da una perdita di acqua considerevole a zero.
Il supporto alla sostenibilità
Uno studio del Politecnico di Milano svolto in collaborazione con Rotech ha evidenziato come la tecnica No Dig consenta di emettere molto meno CO2 rispetto allo stesso lavoro compiuto con tecniche tradizionali. Non solo: grazie al PNRR dovrebbbe esserci una spinta a risparmiare acqua e produrre più energia idroelettrica (pulita). Basti pensare che quest’ultima fonte rinnovabile assicura una quota elevata di energia pulita al nostro Paese ma gli impianti principali arrivano anche a 60/80 anni di anzianità. Occorre investire in efficienza e allungamento della vita utile. Senza dimenticare i costi energetici del pompaggio per le condotte irrigue e, più in generale, per far funzionare il sistema idrico integrato.