Persone

La voglia di mettersi in gioco

4 Ottobre 2018

Katia Pedretti: l’esempio di una donna che non ha esitato a prendere i due figli preadolescenti e trasferirsi per un anno in Germania.

Era la primavera del 2017. Autotest, l’azienda per cui Katia Pedretti lavora dal 2013 come responsabile formazione e sviluppo del personale, decide di creare al proprio interno veri e propri centri di competenza per tecnologia – a Fortezza e Eisenach in Germania – con la conseguente chiusura dell’altro stabilimento altoatesino a Lana. “Un giorno ho detto che se avessi dovuto scegliere in quel momento tra le due sedi, sicuramente avrei optato per lo stabilimento all’estero che mi offriva l’opportunità di affrontare una nuova grande sfida e soprattutto fare un´esperienza anche personale molto interessante. Detto…fatto! Gli amministratori delegati hanno immediatamente preso la palla al balzo e sono iniziati i preparativi, primo fra tutti, parlarne in famiglia perché sin da subito ho chiesto di poter fare questa esperienza con i miei due figli (allora di 12 e 14 anni)”, ricorda Katia, che ringrazia Autotest per l’opportunità che le ha dato e per averla sempre sostenuta e incoraggiata: “Mi hanno sempre ripetuto che con il mio carattere e temperamento avrei sicuramente fatto un bel lavoro a Eisenach!”

Katia insieme ai figli a Wartburg, un castello nei dintorni di Eisenach.

Passo dopo passo

All’idea di andare in Germania i ragazzi di Katia hanno reagito in modo diverso: “Mia figlia era entusiasta, mentre mio figlio ha avuto bisogno di un po’ più di tempo, ma alla fine ha scelto anche lui di venire con me. A quel punto ci aspettava il passo successivo che si è rivelato più complicato del previsto: la ricerca di un appartamento ammobiliato. Tre giorni prima di partire siamo finalmente riusciti a trovare un appartamento abbastanza grande e ammobiliato, ma solo per sei settimane, che ci ha dato però una base per cercare poi un’altra sistemazione che abbiamo trovato proprio davanti a scuola…..un po’ di fortuna ogni tanto non fa male!”

Gli ostacoli burocratici

Anche l’iscrizione a scuola ha messo a dura prova la tenacia di Katia: “Nonostante avessi già preso contatto con la scuola, ho dovuto rimandare alla sovrintendenza scolastica tutti i documenti dei ragazzi, tradotti e asseverati, per sentirmi rispondere che l’iter poteva durare anche tre mesi! Mi sono meravigliata molto perché ero convinta che nell’Unione Europe potessimo muoverci liberamente (e studiare) senza problemi. Con un po’ di insistenze i tempi si sono accorciati e i ragazzi hanno potuto cominciare la scuola, dove sono stati accolti molto bene dagli insegnanti e dai compagni di classe. Dopo alcuni mesi hanno superato anche le difficoltà linguistiche iniziali e alla fine dell’anno sono stati promossi senza problemi. Adesso che sono rientrati in Italia, stanno già pensando a frequentare il 4° anno delle superiori all’estero.”

 

Quando ho conquistato la loro fiducia, la situazione è completamente cambiata

Iniziare con coraggio

L’inizio nel nuovo posto di lavoro ha riservato a Katia qualche sorpresa. Ci è voluto un po’ di tempo per conquistare la fiducia dei nuovi colleghi, ma lei ha preso in mano la situazione: “Ho creato uno sportello per i collaboratori della produzione e iniziato a farmi conoscere dai colleghi dell´amministrazione. Con un po’ di pazienza il clima è completamente cambiato. Quando adesso arrivo, mi accolgono sempre bene e sono contenti di vedermi.” Anche dal punto di professionale l’esperienza a Eisenach è stata per Katia Pedretti più che positiva: “Ho implementato tutta la parte relativa alla gestione del personale: formazione, sviluppo del personale e recruiting; ho gestito conflitti e cambio di posizioni, introdotto il questionario sulla motivazione del personale e i colloquio annuali con il collaboratore; ho imparato quasi tutto sulle paghe e sul diritto del lavoro in Germania ….insomma, non sono stata con le mani in mano. Adesso faccio la pendolare (due settimane in Italia e due in Germania) almeno fino alla fine dell´anno perché voglio portare a termine i progetti cominciati e poi vedremo.”